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    Cappellani Giomi
    Open Day sul Dolore

    27 maggio 2012

     

    In occasione della giornata mondiale contro il dolore, presso la Casa di Cura Cappellani GIOMI di Messina verranno effettuate gratuitamente le visite specialistiche per la terapia del dolore, rivolte a tutti coloro che soffrono di patologie dolorose acute e croniche sia di origine maligna (tumorali) che benigna (ostoartromuscolari, nervose,etc).

     

    Di seguito si riporta una breve definizione di terapia antalgica desunta da WIKIPEDIA:

    Per algologia, detta anche terapia del dolore o medicina del dolore si intende l’approccio terapeutico e scientifico al trattamento del dolore.
    Il dolore rende spesso il soggetto inabile sia da un punto di vista fisico che emotivo. Il dolore acuto relativo ad un trauma spesso è reversibile naturalmente. Il dolore cronico, invece, generalmente è causato da condizioni solitamente difficili da trattare. Talvolta i neurotrasmettitori continuano ad inviare la sensazione del dolore anche quando la causa scatenante non esiste più; per esempio un paziente a cui è stato amputato un arto può provare dolore riferito all’arto che non c’è più (sindrome dell’arto fantasma.
    Il trattamento con mezzi farmacologici è composto principalmente da analgesici non oppiacei, oppiacei, antidepressivi triciclici, anticonvulsivanti, le misure non farmacologiche più utilizzate sono l’esercizio fisico e applicazione di freddo o calore.
    I medici che si occupano di terapia del dolore sono storicamente gli anestesisti. La terapia del dolore negli ultimi anni, a fatica (soprattutto in Italia), tende a divenire una pratica collettiva di tutti i medici (dal medico di famiglia, al neurologo, chirurgo….), anche se nei fatti molta strada è ancora da percorrere.
    Questo ritardo a volte veniva attribuito alla “cultura cattolica che vedrebbe il dolore come forma di espiazione. Pur riconoscendo che ciò possa essere accaduto presso qualche associazione religiosa (sebbene ciò contraddica la storia delle invenzioni cattoliche per soccorrere l’uomo sofferente), la posizione ufficiale della Chiesa Cattolica è desumibile in modo inequivoco da un documento di Pio XII agli anestesisti del 24 febbraio del 1957: “La soppressione del dolore e della coscienza per mezzo di narcotici (quando è richiesta da una indicazione medica) è permessa dalla religione e dalla morale al medico e al paziente”.
    Il 15 marzo Parlamento italiano ha licenziato una legge in cui si afferma il diritto alla cura del dolore per ogni individuo indipendentemente dalla malattia e dall’età.
    La terapia analgesica viene abitualmente applicata in vari contesti, da quello, a quello postchirurgico, traumatologico, neurologico (in particolare cefalee, nevralgie…), a contesti con minor gravità, ma altrettanto invalidanti: come l’ortopedico/reumatologico, odontoiatrico…
    La terapia del dolore è spesso utilizzata soprattutto durante le ultime fasi di una malattia terminale.
    Una comune credenza riguardo ai farmaci oppiacei vuole che si renda necessario:

    • un aumento dei dosaggi di farmaci oppiacei, la cosiddetta tolleranza e
    • la necessità di continuare l’assunzione del farmaco oppiaceo (la causa per cui viene assunto il farmaco, ovvero il dolore sia scomparso) per via della dipendenza fisica e psichica. Pur essendo fenomeni noti e studiati, sono, nella comune esperienza clinica, effetti che si realizzano dopo molto tempo (normalmente svariati mesi) e soprattutto con una intensità bassa. Nella pratica clinica, nei pazienti affetti da dolore, sono fenomeni comunemente trascurabili.